di Angelo Di Lieto
Dopo moltissimi anni dalla morte dell’amico Gino Guarino, (1954-2005) rivedere a Praia a Mare il suo laboratorio con alcune delle sue raffinate opere ceramiche esposte con quelle della figlia Erminia, mi ha notevolmente commosso e addolorato: un nobile passato ormai lontano, quasi dimenticato, e un’esperienza che egregiamente fiorisce in quella storica bottega, dove ogni oggetto racconta l’Arte, la Sacralità e la Bellezza. Il laboratorio fu fondato da Gino nel 1978 e secondo lo stile delle antiche e famose faenzere vietresi, fu chiamato “Ceramica Praiese Guarino”.
L’esperienza del padre, trasmessa nell’arte della ceramica e delle tecniche della scultura, spingerà Erminia a diplomarsi presso l’Istituto d’Arte di Cetraro, titolo che le consentirà di perfezionarsi come decoratrice, restauratrice della ceramica e medaglista. Erminia, che da piccola era stata coinvolta per gioco o per emulazione nell’atmosfera paterna, quando cominciò a svolgere la sua piena attività di ceramista, con quegli strumenti che dopo la morte del padre, per anni erano rimasti inutilizzati, ma sempre idealmente a disposizione di chi non c’era più, iniziò a sperimentare e a ricercare nuove tecniche, esaltando la manualità, la sintesi, la semplicità e la leggerezza.
Inizialmente per lei era stato naturale restare in ammirazione nei confronti di quei sacri oggetti, finché, un giorno, con timidezza e venerazione, cominciò ad utilizzare con forza e manualità quella terra che abilmente plasmata, graffiata e colorata, verrà poi trasformata dal fuoco in nuove ed accattivanti forme. La sua principale tendenza di ricerca si svilupperà notevolmente nel design moderno, e quando nell’elaborazione dei diversi materiali miscelerà abilmente smalti, terra, ossidi, legno, metalli e gessi, raggiungerà geniali e straordinari risultati nella ceramica cromatica e decorativa. Apprezzata per la sua intensa attività, partecipa a numerose mostre, ricevendo encomiabili consensi dalla critica specializzata e dalla stampa territoriale e nazionale. Le sue sculture, prodotte con genialità e originalità, manifestano un’intensa partecipazione emotiva, nella quale la modellazione dell’argilla, si sviluppa in forme innovative che racchiudono i pensieri e i sogni dell’artista, che si muove anche nel ricordo del proprio genitore e che l’avviò verso i primi segni della modellazione della terra, degli smalti, degli ossidi e verso la trasformazione della materia in oggetti d’arte. Oggetti multiformi e in movimento si presentano per esprimere delicati sentimenti di amore e di vitalità che non rappresentano forme umane, ma segni scultorei ricavati in modo incantevole, nei quali, nell’insieme, si ammirano i vari processi creativi.
La forma astratta racchiude i frammenti dell’anima, il tempo dell’emozione diviene spazio in movimento, il nuovo è l’ignoto mistero del risultato che la fiamma sa dare sui colori, perché dal momento dell’entrata all’uscita dalla bocca della fornace, mille gradi sul colore e la materia producono variazioni importanti ed inaspettate. La fusione dei vari materiali, sapientemente graduati, la previsione del chiaroscuro che si trasforma, l’eterogeneità della materia, che composta nell’insieme crea un’incantevole conformazione, la realizzazione di un nuovo oggetto nelle plasmazioni, danno forma e nuova vita ad una materia che nei millenni è stata sempre celebrata e che Erminia Guarino ha saputo quotidianamente tradurre meravigliosamente in opere d’arte.